Gli Alan Spicy sono un trio indie Rock Speziato della Provincia di Rieti e il 13 Maggio sono entrati in studio (Slam Studio – Rieti) per registrare il loro Primo EP contenete 5 brani inediti più una special track.
In un momento molto significativo per loro, Rocco, Michele e Daniele hanno deciso di unire le forse e scrivere.
L’ep uscirà nei prossimi mesi ma non ci sono ancora informazioni né sulla data precisa di uscita né sul titolo. Quello che sappiamo è che la band è entusiasta di come il tutto sta prendendo forma e presto svelerà il titolo che racchiude l’essenza di questo ep.
Il rock cantautorale italiano con mille
sfumature che raccolgono il meglio di quanto espresso negli ultimi 10
anni dalla musica indipendente italiana.
È questo quello che
possiamo trovare nel disco d'esordio degli Zerella, giovane
band che prende il nome dal cognome del cantante Ciro, uscito il 6
Aprile 2018 per l'etichetta Seahorse Recordings con
distribuzione Audioglobe.
Nove brani che attingono dal
meglio dei cantautori moderni, ma anche da quelli del passato,
restituendoci originalità, energia e un fresco sound dalle venature
pop rock. Sotto casa tua, questo il nome dell'album, è un
disco diretto, intimo e che racconta pregi, difetti ed avventure del
quotidiano ma anche storie che vengono da lontano.
Un disco molto
sentito, maturo e dai contenuti che piaceranno molto ai trentenni
italiani.
Zerella non è solo il cognome eufonico di Ciro, cantautore classe ’93 cresciuto tra i dischi e le cassette della sua vecchia casa, ma anche una vera e propria band cantautorale. Dalla penna e dalla chitarra di Ciro vengono fuori delle canzoni nude ed intime che vengono poi vestite insieme alla band in sala prove. La band si completa conAlessio Vito (chitarre e cori), Gianluigi Pilunni (basso). L’attenzione sul progetto cresce con il passare del tempo grazie all’apertura dei concerti di artisti come Gazebo Penguins, Giorgio Ciccarelli, Giorgio Canali e Marlene Kuntz.
Sotto Casa Tua il disco d’esordio, in uscita il prossimo 6 Aprile perSeahorse Recordings affonda le radici nella canzone d’autore italiana, nel rock d’ oltremanica anni 90 e nelle influenze pop del nuovo millennio.
Il disco è stato anticipato dal singolo,Nico, girato a Conza della Campania da Ciro Rusciano.
Sotto casa tua è un disco diretto, intimo e che racconta pregi, difetti ed avventure del quotidiano ma anche storie che vengono da lontano; potrete ascoltarlo qui, dal vivo:
7 Aprile – Presentazione disco Teatro d’Europa – Cesinali
14 Aprile – selezioni Arezzo Wave Campania – Black House
29 Aprile – Spaghetti Unplugged – Roma 04 Maggio – TBA 05 Maggio – Ottobit – Montelupo Fiorentino con EX 06 Maggio – Le Mura – Roma con EX 11 Maggio – Hope – Palinuro 12 Maggio – BaM! – Sapri 19 Maggio – Tilt! – Avellino
La batteria nel disco è stata registrata da Remo Radica e Giovanni Nardiello. Il disco è stato registrato tra il Play Music Studio di Cava de Tirreni e lo studio di Emilio Capuano, fonico della band, a Serino (AV). Masterizzato da Paolo Messere.
Zerella non è solo il cognome eufonico di Ciro, cantautore classe ’93 cresciuto tra i dischi e le cassette della sua vecchia casa, ma anche una vera e propria band cantautorale. Dalla penna e dalla chitarra di Ciro vengono fuori delle canzoni nude ed intime che vengono poi vestite insieme alla band in sala prove. La band si completa con Alessio Vito (chitarre e cori), Gianluigi Pilunni (basso) e Remo Radica (batterie, tastiere). L’attenzione sul progetto cresce con il passare del tempo grazie all’apertura dei concerti di artisti come Gazebo Penguins, Giorgio Ciccarelli, Giorgio Canali e Marlene Kuntz.
Sotto casa tua il disco d'esordio, in uscita il prossimo 6 Aprile perSeahorse Recordings e distribuito Audioglobe, affonda le radici nella canzone d'autore italiana, nel rock d' oltremanica anni 90 e nelle influenze pop del nuovo millennio.
Un disco diretto, intimo e che racconta pregi, difetti ed avventure del quotidiano ma anche storie che vengono da lontano.
Abbiamo fatto 4 chiacchiere con la band.
1) Come mai vi chiamate
Zerella?Ciro: Mi aspettavo questa domanda! Zerella è il mio
cognome e rappresenta non solo me, ma anche tutti gli altri musicisti
che collaborano con me. Molti ne sono ancora sorpresi ma non è una
cosa tanto nuova, in Italia succede già da anni con Brunori Sas,
Dimartino o all’estero con gli Eels.
2) Raccontateci l'esperienza con
l'etichetta con cui è uscito il disco. Com'è nata la
collaborazione?
Ciro: In modo semplice e diretto.
Abbiamo
mandato alcuni pezzi e sono piaciuti.
Abbiamo registrato fuori dal
quartier generale della label. Il disco è stato registrato in due
session tra il 2017 e il 2018 tra il Play Music Studio di Cava de’
Tirreni e lo studio di Emilio Capuano che è stato anche il nostro
fonico di studio. Paolo della ‘’Seahorse Recordings’’ si è
occupato anche del mastering del disco e della produzione di alcuni
brani, tra cui ‘’Nico’’ il nostro singolo che è uscito da un
po’ su Youtube.
3) Come siete finiti a suonare
insieme?
Gianluigi: Alla fine del 2016 Ciro
aveva ripreso a suonare ma girava in formazione ridotta con un nostro
amico, Giovanni oppure da solo. Gli proposi di suonare insieme e dopo
le prove di rito ci siamo subito piaciuti. Poco dopo è arrivato
anche Alessio Vito, anche lui cantautore ed autore di testi che ha
scoperto, con noi, di avere anche un’ottima vena come chitarrista
solista.
4) Siete soddisfatti della
vostra prima fatica discografica?
Sì. “Sotto casa tua” è arrivato
al momento giusto, il progetto era cresciuto in modo naturale e sano.
Inoltre avevamo avuto modo di confrontarci con qualche palco più
importante aprendo i live di Gazebo Penguins allo SMAV o dei Marlene
Kuntz durante lo scorso anno.
Il disco è pieno zeppo di chitarre
piuttosto che synth ed elettronica questo oggi è quasi
controtendenza. Non perché non ci piaccia l’elettronica, anzi, ma
perché non ci sentivamo ancora maturi verso un certo tipo di
approccio musicale. Fa tutto parte di una crescita lenta e costante
che si corona con l’uscita di questo album
5) Cosa vi
aspettate dalla musica?È sempre difficile parlare di
aspettative musicali nel 2018. Molto dipende da noi, molto altro
meno. In mezzo c’è una scelta di musica mai come oggi vasta.
Proveremo a fare della musica il nostro mestiere ma inseguendo la
cosa come un sogno da provare a concretizzare piuttosto che un’
ossessione.
6) Progetti futuri?
(Ciro) Prima di tutto cercare di
portare il disco in giro in più posti idonei alla musica possibili,
poi contemporaneamente vedere cosa esce di bello sotto il piano della
scrittura. Non forzo mai il mio flusso creativo e mi dispiacerebbe
iniziare a farlo. Non mi piace vivere la musica come qualcosa di
distaccato dalla mia vita, anzi la musica è parte integrante della
vita. Ma se non vivi, se non leggi, se non ascolti, se non guardi
film, se non tocchi la pelle delle persone, cosa racconti poi nelle
tue canzoni?
Leonardo Borrelli ex cantante,
chitarrista e compositore del gruppo indie Mersenne, pubblica
con Urtovox “Stolen Dresses” nel 2005, preceduto da un EP
autoprodotto, “Fishes Say Blu Blu”, nel 2003. Dopo lo
scioglimento della band entra nel giro artistico di Lucio Dalla
grazie anche alla composizione del brano “Anche se il tempo
passa”. Dopo questa esperienza nasce la voglia di lavorare a
brani con testi in Italiano unendo l’indie power-pop dei Mersenne
a sonorità a tratti più vicine al punk. Gli ascolti variano dai più
conosciuti Arcade Fire, Interpol, Radio Dept, ai meno
conosciuti, Deerhunter, Wild Nothing e Beach House, senza
dimenticare i gruppi seminali delle origini come Pixies, Pavement,
The Notwist e Deus.
Nel 2014 forma il progetto Luis Leo e chiude nove canzoni
nel primo album ufficiale fuori dal 5 Gennaio 2018 dal titolo
Dell'essere liberi (La Sete Dischi 2018).
Un
disco sognante che potrebbe tranquillamente fare da colonna sonora
all'adolescenza di un ragazzo che non riesce ad identificarsi con i
suoi coetanei. Mi immagino questo ragazzo a bordo della sua vespa
mentre ascolta questo disco con le cuffie, a tutto volume e vede il
paesaggio scorrergli davanti. Le canzoni dal sound pop/rock leggero
scorrono veloci e le parole identificano e ci fanno riconoscere
nelle storie che Luis Leo è bravissimo a raccontare.
Un
grande disco. Da non perdere! Paola Delli
Data
di uscita: 5 Gennaio 2018 Etichetta: La Sete
Dischi Ufficio Stampa:LFD Press
Tracklist:
01_Schemi su schemi
02_Ti sento
03_Che
senso ha
04_Non si tornerà
05_Impossibile cambiare
06_Non
voglio più parlar d'amore
07_Io resterò
08_Ciò che
vuoi
09_Frenetica
CREDITI
DISCO
Luis Leo è Leonardo Borrelli.
Parole e Musiche Leonardo Borrelli con l’apporto e il supporto
di Antonello Bitella, Matteo Fortuni.Prodotto da Leonardo Borrelli,
Antonello Bitella e Matteo Fortuni.Registrato e missato da Andrea
Suriani presso Alpha Dept, Bologna.
Masterizzato da Andrea Suriani
presso Alpha Dept, Bologna.
Il brano Impossibile Cambiare
re-missato e masterizzato da Roberto Passuti e Frank Brini,
Spectrumstudio.
Nel brano Impossibile Cambiare va un
ringraziamento speciale a Gianmaria Fano per la collaborazione.
GUARDA IL VIDEO “TI SENTO” https://youtu.be/MXqu6QgZAm0 Crediti Video
Fotografia, Regia e Art Director: Christin
Ariel Pettine
Montaggio:Gianluca Zonta
Attore: Leonardo
Borrelli
Dopo una fortunata campagna di crowdfunding su Musicraiser (https://www.musicraiser.com/projects/7900-caffe-fortuna) esce il 10 dicembre il secondo cd dei Traindeville, duo composto da Ludovica Valori e Paolo Camerini: dieci brani originali in italiano e in inglese oltre a due brani tradizionali (uno italiano, Maremma Amara, e uno proveniente dai Balcani, Ajde Jano). Un nuovo capitolo del viaggio musicale della band. Caffè Fortuna, il brano che dà il titolo all'album, è stato composto dopo un mini-tour in Lussemburgo. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con la band per conoscerli meglio.
1) Qual è il vostro sogno più grande
legato alla musica?
Sarebbe molto bello che la gente
suonasse di più. Che nelle scuole si insegnasse a suonare insieme, a
vivere la musica come qualcosa di quotidiano e non come una
performance in cui far vedere quanto si è eccezionali. Cioè, è
normale che esista anche questo aspetto ma forse in questi tempi
iper-mediatizzati si è persa un po' di vista l'idea stessa della
musica che è quella dell'espressione, della comunicazione e anche
della gioia pura e semplice senza un fine preciso. Pensiamo che la
musica possa salvare la vita, o anche semplicemente darle qualità,
indipendentemente dai livelli di bravura che si possono raggiungere.
Ecco, vorremmo che ci fosse più musica vera, più passione e meno
divismo ma forse questo è veramente un sogno inarrivabile!
2) Che musica avete ascoltato mentre
registravate il nuovo disco?
Ultimamente abbiamo ascoltato molto il
disco di Nick Cave “Skeleton Tree” ma anche Mark Lanegan, Johnny
Cash, Avishai Cohen... ci sono piaciuti tantissimo i recenti concerti
di Peter Murphy (ex Bauhaus), Peter Hook (ex Joy Division) e il duo
di Teho Teardo e Blixa Bargeld (Ex Einsturzende Neubauten). Non so se
questi ascolti possano averci influenzato, in realtà ascoltiamo
anche tanto rock e jazz. La nostra dieta musicale è molto varia!
3) Pensate che la gavetta sia ancora un
percorso valido per farcela nella musica?
Mah, ultimamente si vedono salire alla
ribalta personaggi che probabilmente non hanno idea di cosa sia la
gavetta: infatti poi la loro presenza sul palco, l'appeal con il
pubblico nel live risultano abbastanza inconsistenti. E' ovvio che la
gavetta è fondamentale ma nessuno ha più voglia di farla. Negli
anni passati con i nostri rispettivi gruppi abbiamo macinato
chilometri in furgone, fatto nottate a caricare e scaricare
strumenti, affrontando problemi tecnici e dinamiche interpersonali
complicate. E' chiaro che è faticoso ma anche questo ti rende un
musicista, aiuta la tua personalità – sempre che tu ne abbia una!
– a uscire fuori. Le esperienze le devi vivere e anche tante,
altrimenti di cosa parliamo quando parliamo di musica?
4) Qual è stato il vostro percorso?
Ludovica: i miei chilometri di
musica li ho condivisi prima con la Titubanda, street band di fiati e
percussioni, con cui abbiamo suonato in America, Spagna, Francia,
Germania e nei Balcani, poi con il mio primo gruppo klezmer-balkan,
il Dragan Trio, e in seguito con tanti artisti come la cantautrice
Momo, gli Ardecore e la loro rivisitazione dark della tradizione
romanesca, gli Her Pillow e il loro sound irish punk rock, la
BandaJorona con cui ho iniziato a comporre brani miei, le Nuove Tribù
Zulu e il loro ponte tra oriente e occidente con i musicisti indiani.
Ho lavorato spesso accompagnando attori e poeti e anche questo mi ha
insegnato parecchio. Nella mia valigia culturale c'è questo, oltre
naturalmente alle mie esperienze personali tra cui molti progetti di
solidarietà nei paesi balcanici immediatamente dopo la guerra. Tutto
questo ovviamente si ritrova nelle canzoni che scriviamo ora con
Traindeville.
Paolo: Ho iniziato a suonare il
contrabbasso con i Cyclone, primo gruppo di psychobilly in Italia e
con i quali ho girato in diversi festival europei: Inghilterra,
Francia, Germania, Olanda. Nei primi anni 90 ho creato con mio
fratello Andrea e altri amici le Nuove Tribù Zulu, formazione folk
rock, con i quali suono attualmente e con cui ho condiviso moltissime
esperienze, dai concerti in tutta Italia, in Sudafrica, fino
all'esperienza più recente in India con il progetto Now – Nomadic
Orchestra of the World, con i musicisti folk del Rajasthan. Poi ci
sono state diverse esperienze personali, che in qualche maniera hanno
influenzato la mia formazione musicale, come il lavoro come operatore
sociale nei campi rom, sempre all'inizio degli anni 90, e
l'esperienza di ricerca spirituale-esoterica nel centro Età
dell'Acquario a Monteluce.
Dopo una fortunata campagna di crowdfunding su Musicraiser (https://www.musicraiser.com/projects/7900-caffe-fortuna) esce il 10 dicembre il secondo cd dei Traindeville, duo composto da Ludovica Valori e Paolo Camerini: dieci brani originali in italiano e in inglese oltre a due brani tradizionali (uno italiano, Maremma Amara, e uno proveniente dai Balcani, Ajde Jano). Un nuovo capitolo del viaggio musicale della band. Caffè Fortuna, il brano che dà il titolo all'album, è stato composto dopo un mini-tour in Lussemburgo. La visita alle miniere di Esch-Sur-Alzette, in cui lavoravano tanti italiani, ha dato l'ispirazione per una canzone che parla di migrazione, di speranza e di lavoro. Lungo la strada verso la miniera, l’insegna di un bar che portava questo nome ha evocato una melodia di fisarmonica, la visione di un valzer tra passato e presente, il dialogo sognato tra un figlio e un padre. E all'interno del disco, come in uno specchio, c'è anche Taranta Migrante, brano composto dopo il tragico naufragio di Lampedusa, il 3 ottobre 2013, in cui persero la vita 368 persone.
E non può mancare Roma nel cuore musicale del duo: in Serenata Leggera una donna disillusa canta sotto il balcone di un amante poco sensibile, mentre nella rumba Roma Randagia c'è un omaggio al mondo degli artisti di strada che si esibiscono sfidando divieti e multe nel magico scenario della Città Eterna. E nel disco troviamo naturalmente anche il brano del videoclip uscito nel 2016 La mia strada, girato a New York.
Numerosi anche gli ospiti presenti in questo lavoro: dal bouzouki di Stefano Saletti (Novalia, Banda Ikona, Caracas) alla voce della polistrumentista e compositrice indipendente di Seattle Amy Denio (Kultur Shock, OU), oltre a Edoardo Inglese (storica voce della Original Slammer Band) e a musicisti noti della scena capitolina come Adriano Dragotta (violino), Franco Pietropaoli (chitarre, mandola), Dario Esposito (batteria), Antonio Merola (tamburello), il tutto mixato da Eugenio Vatta nel suo nuovo studio romano.
Biografia A Roma i due si sono esibiti in svariate manifestazioni estive, serate di comicità, danza e poesia, mercatini, presentazioni di libri e mostre artistiche oltre a tante altre situazioni di strada e di festa. I componenti del duo provengono dalle più varie esperienze musicali, dalla storica formazione gypsy-folk-rock Nuove Tribù Zulu alla tradizione romana rielaborata da Ardecore e BandaJorona, fino al klezmer del Dragan Trio, agli scatenati ottoni della street band Titubanda e alle collaborazioni con attori, giocolieri e danzatori: percorsi che si sono spesso intersecati creando nuove sonorità e affascinanti suggestioni narrative. Con il primo cd Shadows and lights il percorso del gruppo si è arricchito di nuove sonorità: bouzouki e violino, ukulele e chitarra acustica impreziosiscono composizioni originali in italiano, inglese e spagnolo per un appassionante nuovo capitolo del viaggio dei due musicisti, già attivi da molti anni sulla scena folk-rock romana. Il disco è stato incluso nella lista dei migliori dischi indipendenti usciti a Roma nel 2015 da Romasuona.it e nella lista dei 30 cd italiani indie segnalati dal MEI (Meeting delle Etichette Indipendenti). Il secondo disco, Caffè Fortuna, coprodotto tramite una campagna di crowdfunding e uscito a dicembre 2017, contiene dieci brani originali in italiano e inglese oltre a due brani tradizionali: una versione molto particolare di Maremma Amara e il classico balcanico Ajde Jano.
Emanuele “Tesha” Scardino
inizia già da bambino a calcare i palchi di svariati pub a Milano
seguendo le orme della famiglia, con il padre batterista e cantante
e la sorella cantante, innamorandosi della musica Italiana.
In quarta elementare entra far parte del Coro del Duomo di
Milano dove per anni ricopre il ruolo di solista sotto la
guida di Monsignor Luciano Migliavacca.
Durante le
scuole superiori inizia il suo girovagare artistico: è da questo
momento che al suo bagaglio di musica Italiana si aggiungono altri
generi musicali come Rap, R&B, Rock e Soul music,
il tutto portato in scena con varie formazioni, dal duo acustico a
gruppi elettrici. Proprio con un gruppo elettrico, i Mukkarasta,
inizia a proporre le sue canzoni, molto influenzate dal suo
background e da quello che la vita gli dona. LASCIAMI GRIDARE
è la prima canzone che scrive dopo la tragica scomparsa di un
giovane caro amico, ed è la canzone che, durante i suoi Live,
non manca mai. Nella sua carriera troviamo anche il teatro:
partecipa infatti alla messa in scena di A CHORUS LINE.
Da solo suona in molti locali milanesi, feste private e matrimoni,
eseguendo classici repertori da piano bar senza però dimenticare le
sue canzoni e le sue origini. Un’innata predisposizione musicale
lo rende poli-strumentista: suona infatti pianoforte, chitarra,
basso e batteria, tutti da autodidatta.
Nel
Novembre 2016 pubblica il suo primo album solista che si intitola
proprio come la sua prima canzone "LASCIAMI GRIDARE",
per chiudere un cerchio aperto molti anni prima. Questo album è un
viaggio che attraversa tutta la vita di Tesha e questo lo si può
capire per la diversità di generi nella track list. Si passa infatti
dal pop italiano, al rock degli anni delle superiori, ad un più
maturo soul fino ad un sempre presente rap. Nota sempre presente è
la composizione dei testi che parlano sempre della sua vita, come in
“RICORDERAI” - canzone dedicata alla moglie o in
“BENVENUTA ELEONORA” – brano scritto in occasione
della nascita di sua figlia.
Il futuro discografico sembra essere
ben delineato nella mente di Tesha. E’ infatti in
lavorazione il secondo album che sarà un po’ meno eterogeneo e più
incentrato sul SOUL e l’RnB senza
denigrare il vecchio ed amato RAP. Un’idea di quello
che verrà presentato nel nuovo album lo potremo vedere dal 5
dicembre con il nuovo singolo, “LET ME CRY”, primo
brano scritto in inglese e che conclude definitivamente la saga
“LASCIAMI GRIDARE”. Dopo il brano originale Rock
con un assolo di chitarra molto importante e la versione Rap
prodotta da DELETERIO, l’ultimo capitolo è la
versione inglese sempre in chiave Hip Hop, ma in una versione molto
più intima. Anche il video proposto è molto meno “street” del
primo ma molto più emozionale.
‘Young Werther’ è il primo album di ADD, cantante e producer italiano. Si tratta di un concept album basato sull’omonimo romanzo di Johann Wolfgang Goethe che unisce le sonorità del nuovo Pop/R&B internazionale vicino all’elettronica all’elettronica alle liriche che si rifanno ai temi del romanticismo,come l’eterna insoddisfazione della vita e la ricerca del piacere nell’oscuro e nell’indefinito. Le 12 tracce del disco sono scritte come lettere,ed ognuna porta avanti il filo della narrazione come nella tradizione di un romanzo epistolare. L’artista si destreggia tra italiano ed inglese con un singolo,Posto Per Me, dedicato alla sua città e alla necessità di dover andare via per trovare un posto che capisca la sua sensibilità artistica.Tutte le tracce sono state scritte e prodotte da ADD,che ha anche curato il mixaggio ed il mastering.
Abbiamo fatto 4 chiacchiere con l’autore del progetto per conoscerlo meglio.
1) Di cosa
parlano le tue canzoni?
Principalmente di fatti miei.Ho scritto
questo disco in questo modo perché avevo bisogno di inquadrare ciò
che provo in qualcosa di tangibile e riconoscibile ed ho scelto il
romanzo di Goethe.Dopo averlo letto approfonditamente verso Marzo, ho
capito di poter basare il concept del mio progetto su di esso e da
allora le idee hanno cominciato a scorrere come un fiume in piena.Da
li sono nate migliaia di bozze ed una ventina di canzoni fatte e
finite, che ho scremato in 12 pezzi perché volevo che il progetto
avesse una struttura precisa e perfettamente corrispondente al
libro. 2)
Il tuo disco è ai blocchi di partenza, come pensi che andrà?
Guarda, per una cosa come la mia è
davvero un salto nel buio.Nessuno in Italia suona come me e non mi
interessa suonare come nessuno.Credo che questo disco sia importante
per il mio percorso e per porre delle basi, l’anno prossimo infatti
ho idea di trasferirmi all’estero per continuare lì a sviluppare
la mia idea.Comunque sto cercando di buttare fuori quanti più
contenuti fighi possibile per promuovere il progetto, sapendo
comunque che è difficile portare avanti una cosa del genere nel
nostro Paese che nonostante lo svecchiamento della musica proposta
negli ultimi anni continua ad avere,per la stragrande maggioranza,la
preferenza di ascoltare sempre cose molto simili tra loro e a loro
volta simili a cose già vecchie. 3)
Com'è la situazione musicale emergente dalle tue parti?
A me piace vedere la situazione in un
contesto più largo della mia piccola città e della mia regione
perché viaggiando molto ho avuto la possibilità di confrontarmi con
realtà ben più grandi di esse.Quindi per ‘le mie parti’ mi
piace considerare tutta l’Italia, e considerandola secondo me il
gap per arrivare alle persone è diminuito ultimamente, ma comunque
le etichette grosse continuano a comandare il mercato e lo
comanderanno sempre e comunque.Non che ci sia nulla di male, penso
che la sfida sia portare la propria visione ed idea a quante più
persone possibili facendo musica figa.Ho 18 anni e non mi importa
della ‘situazione musicale’,io penso a fare il mio e a farlo
sempre meglio e basta perché alla fine il pubblico deve ascoltare la
musica e chissenefrega del resto. 4)
Da dove prendi ispirazione per scrivere?
Dai libri che leggo, ifilm che guardo, dalle persone con cui parlo e dai dischi
che ascolto fondamentalmente.Ovviamente provo sempre a
contestualizzarle e filtrarle in base al mio modo di vedere le cose
in modo da creare una cosa completamente mia.In merito posso
consigliarvi di ascoltare questo cantante e rapper di Atlanta che si
chiama 6LACK, nell’ultimo anno ci sono andato sottissimo. Dal punto
di vista cinematografico ultimamente sto rispolverando la
fantascienza anni 80, da un lato perché sono i film che mi ricordano
molto la mia infanzia e dall’altro perché le colonne sonore sono
semplicemente spaziali.
I libri invece credo siano una cosa
enormemente personale e non mi sentirei di consigliarne uno.Piuttosto
cercate di creare un vostro gusto ed una vostra cerchia di scrittori,
che vi porteranno ad altri scrittori e così via.
5) Ci sarà un
tour promozionale dell’album?
Al momento è tutto in divenire.Stiamo
organizzando un live set ed usciranno delle session registrate sul
mio canale Youtube, per dare un assaggio del mio approccio dal vivo.
Vorrei mantenere l’attitudine
elettronica nei live nonostante nel disco siano presenti molti
strumenti organici, quindi non sarò solo sul palco ma accompagnato
da un’oscura figura che suonerà tutto il comparto elettronico ed i
loop degli strumenti.
Seguitemi su Instagram per saperne di
più in merito!
Leonardo
Borrelli ex
cantante, chitarrista
e
compositore del gruppo indie Mersenne,
pubblica con Urtovox
“Stolen Dresses” nel 2005,
preceduto da un EP autoprodotto, “Fishes Say Blu Blu”, nel 2003.
Dopo lo scioglimento della band entra nel giro artistico di Lucio
Dalla grazie
anche alla composizione del brano “Anche se il tempo passa”. Dopo
questa esperienza nasce la voglia di lavorare a brani con testi in
Italiano unendo l’indie power-pop dei Mersenne
a
sonorità a tratti più vicine al punk. Gli ascolti variano dai più
conosciuti Arcade
Fire,
Interpol,
Radio
Dept,
ai meno conosciuti, Deerhunter,
Wild
Nothing e
Beach
House,
senza dimenticare i gruppi seminali delle origini come Pixies,
Pavement,
The
Notwist e
Deus. Nel
2014 forma il progetto Luis
Leo e
chiude nove canzoni nel primo album ufficiale che uscirà il 5
Gennaio 2018 dal
titolo Dell'essere
liberi (La
Sete Dischi 2018).
Ad anticipare questo album è arrivato prima il video di “Ti sento”
e ora a partire dal giorno del suo compleanno (17/11/2017) il nuovo
singolo “Schemi
su schemi” disponibile
in streaming e download nei principali digital store. Ecco
come l'autore descrive il brano: "Schemi
su schemi" parla delle strutture che ciascuno di noi crea nella
propria vita – come una sorta di schermo protettivo per difendersi
e sopravvivere – ma che spesso si trasformano in gabbie d'acciaio,
in camicie di forza dentro cui chiudiamo noi stessi. Molto spesso le
abitudini ci consentono di andare avanti nel quotidiano ma, al tempo
stesso, diventano a tal punto parte di noi da sovrastare e infine
schiacciare quel che sentiamo di essere veramente. Cosa succede,
allora, se a un certo punto ci rendiamo conto di desiderare qualcosa
di più dalla nostra vita, di esigere qualcosa d'altro e di diverso
da noi stessi? Quando finalmente matura questa presa di coscienza e
ci si rende conto di esserci dentro, di essere ormai immersi in
profondità nella routine schematica e soffocante, talvolta purtroppo
è ormai troppo tardi, perché cambiare per evolvere (soprattutto in
questo paese, ma anche in generale) è una cosa difficile: richiede
molta energia, un notevole sforzo personale e non di rado anche
qualche sacrificio. Difficile, sì, ma comunque non impossibile, se
sei disposto a guardarti allo specchio e ammettere a te stesso: “Io
non ti riconosco più”, se sei disposto a strappare via
quell'ingombrante parte di te che non corrisponde al tuo Sé
autentico e genuino, e se riesci così a evadere dalla prigionia
ripetitiva di una vita ridotta a sequenza di schemi su schemi su
schemi su schemi… ASCOLTA
SCHEMI SU SCHEMISpotify
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Video Fotografia,
Regia e Art Director: Christin Ariel Pettine Montaggio:Gianluca
Zonta Attore:
Leonardo Borrelli CONTATTI FB:
www.facebook.com/oldsportold SOUNDCLOUD:
https://soundcloud.com/old-sport-band YOU
TUBE: https://youtu.be/7CIHt0cFPxw
Matteo Pascotto nasce a Portogruaro in una casa in cui c’è sempre stata musica. Tutto è cominciato con una chitarra, una Eko primi anni ’70, la regalò la madre al padre sperando che imparasse a suonarla; lui non lo fece ma lo fece Matteo. Primo premio al Concorso Nazionale “Scrivere in musica” CEM di Pordenone con il brano “Le mie mani” uno dei singoli dell’album d’esordio “Ora puoi uscire”, il 22 Giugno 2017 pubblica 8 COSE il suo nuovo elegantissimo album.
Abbiamo scambiato 4 chiacchiere con Matteo per conoscere meglio lui e la sua musica.
Ciao
Matteo e benvenuto! Sei qui per presentare il tuo ultimo album “8
COSE”. Com'è nato?
Ciao
e grazie di avermi invitato. Ne parlo molto volentieri! “8
Cose” è nato nel mio “studio domestico”, in solitaria, tra
agosto 2015 e gennaio 2017. C’è un video sul mio canale youtube
che lo documenta, si intitola “Verso il nuovo album No.2”. Due
anni tra carta e penna ed, esperimenti sui suoni delle chitarre ed i
riff per i nuovi brani. Non è tanto difficile immaginare che
praticamente ho vissuto in studio, a volte restavo a dormire nel
divano anche! Sono un chitarrista che canta, mi piace cantare, da
sempre. Sentire
il suono che tu produci ed esce da dentro di te è sempre stata per
me una cosa magica. Scrivo musica pop ma il sogno è quello di
poterla fare con la sensibilità del blues e del jazz. Adoro il suono
della chitarra e le sonorità che si possono ottenere mischiando
suoni minimali con una buona dose di "groove". Avevo questa
idea in testa quando pensavo a “8 Cose”; spero di esserci
riuscito!
Che
differenze ci sono col tuo primo album del 2011 “Ora puoi uscire”?
Io
sono molto autocritico, forse a volte troppo, non so. Però
secondo me, la differenza più grande tra il primo ed il secondo
album è sicuramente la mia consapevolezza. Ho
fatto tanti sbagli agli inizi, uno in particolare, di aver mollato
tutto. Difficile ripartire poi. Tutti
questi sbagli li ho pagati sulla mia pelle ma mi sono serviti a
maturare. Dentro “Ora puoi uscire” c’era tanto istinto e
musicalità ma anche tanta insicurezza, ero agli inizi, da solo. Mi
sentivo come quando sai che vorresti correre forte ma sei consapevole
che la “macchina” non l’hai ancora guidata abbastanza, non la
conosci bene e quindi sei frenato dalla tua paura. Era come se mi
tenessi da solo il freno a mano tirato per la paura di non sapere se
ero in grado o meno di correre. Ora ho fatto molta strada e mi sento
molto sicuro...un giorno guiderò una Ferrari ne sono certo! Piaciuta
la metafora?? ahahah penso renda bene l’idea!
8
Cose ha dei testi più consapevoli, più vissuti. C’è più
chiarezza interiore in me, c’è tanto lavoro su me stesso. Credo si
senta la differenza. Comunque, per essere il primo disco, “Ora puoi
uscire” rimane un buon disco secondo me; ho sentito di peggio!
Quali
sono i tuoi artisti di riferimento?
Ascolto
John Mayer, penso da quando ancora nessuno lo conosceva in Italia.
Molti notano nella mia musica delle similitudini con Mayer. Il fatto
è che secondo me incarna quel mondo musicale, semplice, immediato ed
efficace ma suonato con il feeling del blues e del jazz. E’ pop
music ma ha un qualcosa di non-pop. Io cerco questo dalla mia musica.
Sembra un paradosso però, perchè quel tipo di musica in Italia non
va proprio ed io voglio fare quel tipo di musica scrivendo in
italiano; un masochista praticamente! In
generale ascolto tanta musica d’oltreoceano, tutto ciò che ha a
che fare con il soul, funk, blues ed il jazz e con i chitarristi.
Ultimamente sono in fissa con Emily King, Rayland Baxter, Jacob
Collier e i Lord Huron. Di
Italiano i miei riferimenti grossi sono in particolare Pino Daniele,
e in maniera fondamentale Nicolò Fabi; ho consumato La cura del
tempo e intendo proprio consumato!
Seguirà
un tour promozionale?
Quest’estate,
appena uscito l’album, ho suonato molto. Ho avuto anche l’onore
di aprire ad Antonella Ruggero, al Sun&Sound
Festival...bellissima esperienza. Ora, al momento sono fermo, sto
riorganizzandomi e preparando nuovi concerti. Presto vi svelerò
tutto sulle mie pagine. Vi invito a seguirmi! Anche nel mio canale
youtube dove carico spesso dei video live.
Farai
un altro disco?
Assolutamente
si! Non
vedo l’ora di rimettermi a scrivere nuove canzoni. Ho già
abbozzato delle idee qua e là, tra pezzi di carta e cose scritte al
volo sulle note del telefono. Scrivere
per me è diventata ormai una necessità quindi spero presto di avere
materiale per mettermi al lavoro ad un nuovo disco e di crescere
ancora, come autore, ma anche come chitarrista e come arrangiatore.