giovedì 21 dicembre 2017

[Recensione] Luis Leo – Dell'essere liberi (La Sete Dischi 2018)



Leonardo Borrelli ex cantante, chitarrista e compositore del gruppo indie Mersenne, pubblica con Urtovox “Stolen Dresses” nel 2005, preceduto da un EP autoprodotto, “Fishes Say Blu Blu”, nel 2003. Dopo lo scioglimento della band entra nel giro artistico di Lucio Dalla grazie anche alla composizione del brano “Anche se il tempo passa”. Dopo questa esperienza nasce la voglia di lavorare a brani con testi in Italiano unendo l’indie power-pop dei Mersenne a sonorità a tratti più vicine al punk. Gli ascolti variano dai più conosciuti Arcade Fire, Interpol, Radio Dept, ai meno conosciuti, Deerhunter, Wild Nothing e Beach House, senza dimenticare i gruppi seminali delle origini come Pixies, Pavement, The Notwist e Deus.

Nel 2014 forma il progetto Luis Leo e chiude nove canzoni nel primo album ufficiale fuori dal 5 Gennaio 2018 dal titolo Dell'essere liberi (La Sete Dischi 2018).

Un disco sognante che potrebbe tranquillamente fare da colonna sonora all'adolescenza di un ragazzo che non riesce ad identificarsi con i suoi coetanei. Mi immagino questo ragazzo a bordo della sua vespa mentre ascolta questo disco con le cuffie, a tutto volume e vede il paesaggio scorrergli davanti. Le canzoni dal sound pop/rock leggero scorrono veloci e le parole identificano e ci fanno riconoscere nelle storie che Luis Leo è bravissimo a raccontare.

Un grande disco. Da non perdere!

Paola Delli


Data di uscita: 5 Gennaio 2018
Etichetta: La Sete Dischi
Ufficio Stampa: LFD Press

Tracklist:
01_Schemi su schemi
02_Ti sento
03_Che senso ha
04_Non si tornerà
05_Impossibile cambiare
06_Non voglio più parlar d'amore
07_Io resterò
08_Ciò che vuoi
09_Frenetica

CREDITI DISCO
Luis Leo è Leonardo Borrelli.
Parole e Musiche Leonardo Borrelli con l’apporto e il supporto di Antonello Bitella, Matteo Fortuni.Prodotto da Leonardo Borrelli, Antonello Bitella e Matteo Fortuni.Registrato e missato da Andrea Suriani presso Alpha Dept, Bologna.
Masterizzato da Andrea Suriani presso Alpha Dept, Bologna.
Il brano Impossibile Cambiare re-missato e masterizzato da Roberto Passuti e Frank Brini, Spectrumstudio.
Nel brano Impossibile Cambiare va un ringraziamento speciale a Gianmaria Fano per la collaborazione.

GUARDA IL VIDEO “TI SENTO”
https://youtu.be/MXqu6QgZAm0
Crediti Video
Fotografia, Regia e Art Director: Christin Ariel Pettine
Montaggio:Gianluca Zonta
Attore: Leonardo Borrelli


CONTATTI
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YOU TUBE: http://bit.ly/2C5k6Az

lunedì 18 dicembre 2017

Più musica vera e meno divismo, intervista ai Traindeville



Dopo una fortunata campagna di crowdfunding su Musicraiser (https://www.musicraiser.com/projects/7900-caffe-fortuna) esce il 10 dicembre il secondo cd dei Traindeville, duo composto da Ludovica Valori e Paolo Camerini: dieci brani originali in italiano e in inglese oltre a due brani tradizionali (uno italiano, Maremma Amara, e uno proveniente dai Balcani, Ajde Jano). Un nuovo capitolo del viaggio musicale della band. Caffè Fortuna
, il brano che dà il titolo all'album, è stato composto dopo un mini-tour in Lussemburgo. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con la band per conoscerli meglio.


1) Qual è il vostro sogno più grande legato alla musica?
Sarebbe molto bello che la gente suonasse di più. Che nelle scuole si insegnasse a suonare insieme, a vivere la musica come qualcosa di quotidiano e non come una performance in cui far vedere quanto si è eccezionali. Cioè, è normale che esista anche questo aspetto ma forse in questi tempi iper-mediatizzati si è persa un po' di vista l'idea stessa della musica che è quella dell'espressione, della comunicazione e anche della gioia pura e semplice senza un fine preciso. Pensiamo che la musica possa salvare la vita, o anche semplicemente darle qualità, indipendentemente dai livelli di bravura che si possono raggiungere. Ecco, vorremmo che ci fosse più musica vera, più passione e meno divismo ma forse questo è veramente un sogno inarrivabile!

2) Che musica avete ascoltato mentre registravate il nuovo disco?
Ultimamente abbiamo ascoltato molto il disco di Nick Cave “Skeleton Tree” ma anche Mark Lanegan, Johnny Cash, Avishai Cohen... ci sono piaciuti tantissimo i recenti concerti di Peter Murphy (ex Bauhaus), Peter Hook (ex Joy Division) e il duo di Teho Teardo e Blixa Bargeld (Ex Einsturzende Neubauten). Non so se questi ascolti possano averci influenzato, in realtà ascoltiamo anche tanto rock e jazz. La nostra dieta musicale è molto varia!


3) Pensate che la gavetta sia ancora un percorso valido per farcela nella musica?
Mah, ultimamente si vedono salire alla ribalta personaggi che probabilmente non hanno idea di cosa sia la gavetta: infatti poi la loro presenza sul palco, l'appeal con il pubblico nel live risultano abbastanza inconsistenti. E' ovvio che la gavetta è fondamentale ma nessuno ha più voglia di farla. Negli anni passati con i nostri rispettivi gruppi abbiamo macinato chilometri in furgone, fatto nottate a caricare e scaricare strumenti, affrontando problemi tecnici e dinamiche interpersonali complicate. E' chiaro che è faticoso ma anche questo ti rende un musicista, aiuta la tua personalità – sempre che tu ne abbia una! – a uscire fuori. Le esperienze le devi vivere e anche tante, altrimenti di cosa parliamo quando parliamo di musica?

4) Qual è stato il vostro percorso?
Ludovica: i miei chilometri di musica li ho condivisi prima con la Titubanda, street band di fiati e percussioni, con cui abbiamo suonato in America, Spagna, Francia, Germania e nei Balcani, poi con il mio primo gruppo klezmer-balkan, il Dragan Trio, e in seguito con tanti artisti come la cantautrice Momo, gli Ardecore e la loro rivisitazione dark della tradizione romanesca, gli Her Pillow e il loro sound irish punk rock, la BandaJorona con cui ho iniziato a comporre brani miei, le Nuove Tribù Zulu e il loro ponte tra oriente e occidente con i musicisti indiani. Ho lavorato spesso accompagnando attori e poeti e anche questo mi ha insegnato parecchio. Nella mia valigia culturale c'è questo, oltre naturalmente alle mie esperienze personali tra cui molti progetti di solidarietà nei paesi balcanici immediatamente dopo la guerra. Tutto questo ovviamente si ritrova nelle canzoni che scriviamo ora con Traindeville.


Paolo: Ho iniziato a suonare il contrabbasso con i Cyclone, primo gruppo di psychobilly in Italia e con i quali ho girato in diversi festival europei: Inghilterra, Francia, Germania, Olanda. Nei primi anni 90 ho creato con mio fratello Andrea e altri amici le Nuove Tribù Zulu, formazione folk rock, con i quali suono attualmente e con cui ho condiviso moltissime esperienze, dai concerti in tutta Italia, in Sudafrica, fino all'esperienza più recente in India con il progetto Now – Nomadic Orchestra of the World, con i musicisti folk del Rajasthan. Poi ci sono state diverse esperienze personali, che in qualche maniera hanno influenzato la mia formazione musicale, come il lavoro come operatore sociale nei campi rom, sempre all'inizio degli anni 90, e l'esperienza di ricerca spirituale-esoterica nel centro Età dell'Acquario a Monteluce.


venerdì 15 dicembre 2017

Caffè Fortuna, il nuovo album dei Traindeville



Dopo una fortunata campagna di crowdfunding su Musicraiser (https://www.musicraiser.com/projects/7900-caffe-fortuna) esce il 10 dicembre il secondo cd dei Traindeville, duo composto da Ludovica Valori e Paolo Camerini: dieci brani originali in italiano e in inglese oltre a due brani tradizionali (uno italiano, Maremma Amara, e uno proveniente dai Balcani, Ajde Jano). Un nuovo capitolo del viaggio musicale della band.

Caffè Fortuna
, il brano che dà il titolo all'album, è stato composto dopo un mini-tour in Lussemburgo. La visita alle miniere di Esch-Sur-Alzette, in cui lavoravano tanti italiani, ha dato l'ispirazione per una canzone che parla di migrazione, di speranza e di lavoro. Lungo la strada verso la miniera, l’insegna di un bar che portava questo nome ha evocato una melodia di fisarmonica, la visione di un valzer tra passato e presente, il dialogo sognato tra un figlio e un padre. E all'interno del disco, come in uno specchio, c'è anche Taranta Migrante, brano composto dopo il tragico naufragio di Lampedusa, il 3 ottobre 2013, in cui persero la vita 368 persone.

E non può mancare Roma nel cuore musicale del duo: in Serenata Leggera una donna disillusa canta sotto il balcone di un amante poco sensibile, mentre nella rumba Roma Randagia c'è un omaggio al mondo degli artisti di strada che si esibiscono sfidando divieti e multe nel magico scenario della Città Eterna. E nel disco troviamo naturalmente anche il brano del videoclip uscito nel 2016 La mia strada, girato a New York.
Numerosi anche gli ospiti presenti in questo lavoro: dal bouzouki di Stefano Saletti (Novalia, Banda Ikona, Caracas) alla voce della polistrumentista e compositrice indipendente di Seattle Amy Denio (Kultur Shock, OU), oltre a Edoardo Inglese (storica voce della Original Slammer Band) e a musicisti noti della scena capitolina come Adriano Dragotta (violino), Franco Pietropaoli (chitarre, mandola), Dario Esposito (batteria), Antonio Merola (tamburello), il tutto mixato da Eugenio Vatta nel suo nuovo studio romano.

Biografia
A Roma i due si sono esibiti in svariate manifestazioni estive, serate di comicità, danza e poesia, mercatini, presentazioni di libri e mostre artistiche oltre a tante altre situazioni di strada e di festa. I componenti del duo provengono dalle più varie esperienze musicali, dalla storica formazione gypsy-folk-rock Nuove Tribù Zulu alla tradizione romana rielaborata da Ardecore e BandaJorona, fino al klezmer del Dragan Trio, agli scatenati ottoni della street band Titubanda e alle collaborazioni con attori, giocolieri e danzatori: percorsi che si sono spesso intersecati creando nuove sonorità e affascinanti suggestioni narrative. Con il primo cd Shadows and lights il percorso del gruppo si è arricchito di nuove sonorità: bouzouki e violino, ukulele e chitarra acustica impreziosiscono composizioni originali in italiano, inglese e spagnolo per un appassionante nuovo capitolo del viaggio dei due musicisti, già attivi da molti anni sulla scena folk-rock romana. Il disco è stato incluso nella lista dei migliori dischi indipendenti usciti a Roma nel 2015 da Romasuona.it e nella lista dei 30 cd italiani indie segnalati dal MEI (Meeting delle Etichette Indipendenti). Il secondo disco, Caffè Fortuna, coprodotto tramite una campagna di crowdfunding e uscito a dicembre 2017, contiene dieci brani originali in italiano e inglese oltre a due brani tradizionali: una versione molto particolare di Maremma Amara e il classico balcanico Ajde Jano.

CONTATTISito web - www.traindeville.comFacebook - www.facebook.com/traindevilleCanale YouTube - https://www.youtube.com/channel/UCphX3MOsSXAz185Ha1B9L0Q

martedì 5 dicembre 2017

Tesha presenta Let Me Cry, il singolo che anticipa il nuovo album



Emanuele “Tesha” Scardino inizia già da bambino a calcare i palchi di svariati pub a Milano seguendo le orme della famiglia, con il padre batterista e cantante e la sorella cantante, innamorandosi della musica Italiana. In quarta elementare entra far parte del Coro del Duomo di Milano dove per anni ricopre il ruolo di solista sotto la guida di Monsignor Luciano Migliavacca.
Durante le scuole superiori inizia il suo girovagare artistico: è da questo momento che al suo bagaglio di musica Italiana si aggiungono altri generi musicali come Rap, R&B, Rock e Soul music, il tutto portato in scena con varie formazioni, dal duo acustico a gruppi elettrici. Proprio con un gruppo elettrico, i Mukkarasta, inizia a proporre le sue canzoni, molto influenzate dal suo background e da quello che la vita gli dona. LASCIAMI GRIDARE è la prima canzone che scrive dopo la tragica scomparsa di un giovane caro amico, ed è la canzone che, durante i suoi Live, non manca mai. 
 Nella sua carriera troviamo anche il teatro: partecipa infatti alla messa in scena di A CHORUS LINE. Da solo suona in molti locali milanesi, feste private e matrimoni, eseguendo classici repertori da piano bar senza però dimenticare le sue canzoni e le sue origini. Un’innata predisposizione musicale lo rende poli-strumentista: suona infatti pianoforte, chitarra, basso e batteria, tutti da autodidatta.

Nel Novembre 2016 pubblica il suo primo album solista che si intitola proprio come la sua prima canzone "LASCIAMI GRIDARE", per chiudere un cerchio aperto molti anni prima. Questo album è un viaggio che attraversa tutta la vita di Tesha e questo lo si può capire per la diversità di generi nella track list. Si passa infatti dal pop italiano, al rock degli anni delle superiori, ad un più maturo soul fino ad un sempre presente rap. Nota sempre presente è la composizione dei testi che parlano sempre della sua vita, come in “RICORDERAI” - canzone dedicata alla moglie o in “BENVENUTA ELEONORA” – brano scritto in occasione della nascita di sua figlia.
Il futuro discografico sembra essere ben delineato nella mente di Tesha. E’ infatti in lavorazione il secondo album che sarà un po’ meno eterogeneo e più incentrato sul SOUL e l’RnB senza denigrare il vecchio ed amato RAP. Un’idea di quello che verrà presentato nel nuovo album lo potremo vedere dal 5 dicembre con il nuovo singolo, “LET ME CRY”, primo brano scritto in inglese e che conclude definitivamente la saga “LASCIAMI GRIDARE”. Dopo il brano originale Rock con un assolo di chitarra molto importante e la versione Rap prodotta da DELETERIO, l’ultimo capitolo è la versione inglese sempre in chiave Hip Hop, ma in una versione molto più intima. Anche il video proposto è molto meno “street” del primo ma molto più emozionale.

GUARDA IL VIDEO DI “LET ME CRY”https://youtu.be/mCN2x3ky-HU

ASCOLTALO SU SPOTIFYhttp://spoti.fi/2zOlGpn

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