lunedì 27 novembre 2017

Abbiamo intervistato ADD, l'autore del primo concept album urban in Italia



Young Werther’ è il primo album di ADD, cantante e producer italiano. Si tratta di un concept album basato sull’omonimo romanzo di Johann Wolfgang Goethe che unisce le sonorità del nuovo Pop/R&B internazionale vicino all’elettronica all’elettronica alle liriche che si rifanno ai temi del romanticismo,come l’eterna insoddisfazione della vita e la ricerca del piacere nell’oscuro e nell’indefinito. Le 12 tracce del disco sono scritte come lettere,ed ognuna porta avanti il filo della narrazione come nella tradizione di un romanzo epistolare. L’artista si destreggia tra italiano ed inglese con un singolo,Posto Per Me, dedicato alla sua città e alla necessità di dover andare via per trovare un posto che capisca la sua sensibilità artistica.Tutte le tracce sono state scritte e prodotte da ADD,che ha anche curato il mixaggio ed il mastering.
ASCOLTA IL DISCOhttp://spoti.fi/2jpTMJC
Abbiamo fatto 4 chiacchiere con l’autore del progetto per conoscerlo meglio.

1) Di cosa parlano le tue canzoni?
Principalmente di fatti miei.Ho scritto questo disco in questo modo perché avevo bisogno di inquadrare ciò che provo in qualcosa di tangibile e riconoscibile ed ho scelto il romanzo di Goethe.Dopo averlo letto approfonditamente verso Marzo, ho capito di poter basare il concept del mio progetto su di esso e da allora le idee hanno cominciato a scorrere come un fiume in piena.Da li sono nate migliaia di bozze ed una ventina di canzoni fatte e finite, che ho scremato in 12 pezzi perché volevo che il progetto avesse una struttura precisa e perfettamente corrispondente al libro.
2) Il tuo disco è ai blocchi di partenza, come pensi che andrà?
Guarda, per una cosa come la mia è davvero un salto nel buio.Nessuno in Italia suona come me e non mi interessa suonare come nessuno.Credo che questo disco sia importante per il mio percorso e per porre delle basi, l’anno prossimo infatti ho idea di trasferirmi all’estero per continuare lì a sviluppare la mia idea.Comunque sto cercando di buttare fuori quanti più contenuti fighi possibile per promuovere il progetto, sapendo comunque che è difficile portare avanti una cosa del genere nel nostro Paese che nonostante lo svecchiamento della musica proposta negli ultimi anni continua ad avere,per la stragrande maggioranza,la preferenza di ascoltare sempre cose molto simili tra loro e a loro volta simili a cose già vecchie.
3) Com'è la situazione musicale emergente dalle tue parti?
A me piace vedere la situazione in un contesto più largo della mia piccola città e della mia regione perché viaggiando molto ho avuto la possibilità di confrontarmi con realtà ben più grandi di esse.Quindi per ‘le mie parti’ mi piace considerare tutta l’Italia, e considerandola secondo me il gap per arrivare alle persone è diminuito ultimamente, ma comunque le etichette grosse continuano a comandare il mercato e lo comanderanno sempre e comunque.Non che ci sia nulla di male, penso che la sfida sia portare la propria visione ed idea a quante più persone possibili facendo musica figa.Ho 18 anni e non mi importa della ‘situazione musicale’,io penso a fare il mio e a farlo sempre meglio e basta perché alla fine il pubblico deve ascoltare la musica e chissenefrega del resto.
4) Da dove prendi ispirazione per scrivere?
Dai libri che leggo, i film che guardo, dalle persone con cui parlo e dai dischi che ascolto fondamentalmente.Ovviamente provo sempre a contestualizzarle e filtrarle in base al mio modo di vedere le cose in modo da creare una cosa completamente mia.In merito posso consigliarvi di ascoltare questo cantante e rapper di Atlanta che si chiama 6LACK, nell’ultimo anno ci sono andato sottissimo. Dal punto di vista cinematografico ultimamente sto rispolverando la fantascienza anni 80, da un lato perché sono i film che mi ricordano molto la mia infanzia e dall’altro perché le colonne sonore sono semplicemente spaziali.
I libri invece credo siano una cosa enormemente personale e non mi sentirei di consigliarne uno.Piuttosto cercate di creare un vostro gusto ed una vostra cerchia di scrittori, che vi porteranno ad altri scrittori e così via.

5) Ci sarà un tour promozionale dell’album?
Al momento è tutto in divenire.Stiamo organizzando un live set ed usciranno delle session registrate sul mio canale Youtube, per dare un assaggio del mio approccio dal vivo.
Vorrei mantenere l’attitudine elettronica nei live nonostante nel disco siano presenti molti strumenti organici, quindi non sarò solo sul palco ma accompagnato da un’oscura figura che suonerà tutto il comparto elettronico ed i loop degli strumenti.
Seguitemi su Instagram per saperne di più in merito!

venerdì 17 novembre 2017

Luis Leo presenta Schemi su schemi, il nuovo singolo che anticipa l'album d'esordio


Leonardo Borrelli ex cantante, chitarrista e compositore del gruppo indie Mersenne, pubblica con Urtovox “Stolen Dresses” nel 2005, preceduto da un EP autoprodotto, “Fishes Say Blu Blu”, nel 2003. Dopo lo scioglimento della band entra nel giro artistico di Lucio Dalla grazie anche alla composizione del brano “Anche se il tempo passa”. Dopo questa esperienza nasce la voglia di lavorare a brani con testi in Italiano unendo l’indie power-pop dei Mersenne a sonorità a tratti più vicine al punk. Gli ascolti variano dai più conosciuti Arcade Fire, Interpol, Radio Dept, ai meno conosciuti, Deerhunter, Wild Nothing e Beach House, senza dimenticare i gruppi seminali delle origini come Pixies, Pavement, The Notwist e Deus.
Nel 2014 forma il progetto Luis Leo e chiude nove canzoni nel primo album ufficiale che uscirà il 5 Gennaio 2018 dal titolo Dell'essere liberi (La Sete Dischi 2018). Ad anticipare questo album è arrivato prima il video di “Ti sento” e ora a partire dal giorno del suo compleanno (17/11/2017) il nuovo singolo “Schemi su schemi” disponibile in streaming e download nei principali digital store.
Ecco come l'autore descrive il brano: "Schemi su schemi" parla delle strutture che ciascuno di noi crea nella propria vita – come una sorta di schermo protettivo per difendersi e sopravvivere – ma che spesso si trasformano in gabbie d'acciaio, in camicie di forza dentro cui chiudiamo noi stessi. Molto spesso le abitudini ci consentono di andare avanti nel quotidiano ma, al tempo stesso, diventano a tal punto parte di noi da sovrastare e infine schiacciare quel che sentiamo di essere veramente. Cosa succede, allora, se a un certo punto ci rendiamo conto di desiderare qualcosa di più dalla nostra vita, di esigere qualcosa d'altro e di diverso da noi stessi? Quando finalmente matura questa presa di coscienza e ci si rende conto di esserci dentro, di essere ormai immersi in profondità nella routine schematica e soffocante, talvolta purtroppo è ormai troppo tardi, perché cambiare per evolvere (soprattutto in questo paese, ma anche in generale) è una cosa difficile: richiede molta energia, un notevole sforzo personale e non di rado anche qualche sacrificio. Difficile, sì, ma comunque non impossibile, se sei disposto a guardarti allo specchio e ammettere a te stesso: “Io non ti riconosco più”, se sei disposto a strappare via quell'ingombrante parte di te che non corrisponde al tuo Sé autentico e genuino, e se riesci così a evadere dalla prigionia ripetitiva di una vita ridotta a sequenza di schemi su schemi su schemi su schemi…

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Crediti Video
Fotografia, Regia e Art Director: Christin Ariel Pettine
Montaggio:Gianluca Zonta
Attore: Leonardo Borrelli

CONTATTI
FB: www.facebook.com/oldsportold
SOUNDCLOUD: https://soundcloud.com/old-sport-band
YOU TUBE: https://youtu.be/7CIHt0cFPxw

giovedì 16 novembre 2017

Una questione di consapevolezza, intervista al cantautore Matteo Pascotto



Matteo Pascotto nasce a Portogruaro in una casa in cui c’è sempre stata musica. Tutto è cominciato con una chitarra, una Eko primi anni ’70, la regalò la madre al padre sperando che imparasse a suonarla; lui non lo fece ma lo fece Matteo. Primo premio al Concorso Nazionale “Scrivere in musica” CEM di Pordenone con il brano “Le mie mani” uno dei singoli dell’album d’esordio “Ora puoi uscire”, il 22 Giugno 2017 pubblica 8 COSE il suo nuovo elegantissimo album.
Abbiamo scambiato 4 chiacchiere con Matteo per conoscere meglio lui e la sua musica.

Ciao Matteo e benvenuto! Sei qui per presentare il tuo ultimo album “8 COSE”. Com'è nato?
Ciao e grazie di avermi invitato. Ne parlo molto volentieri! 8 Cose” è nato nel mio “studio domestico”, in solitaria, tra agosto 2015 e gennaio 2017. C’è un video sul mio canale youtube che lo documenta, si intitola “Verso il nuovo album No.2”. Due anni tra carta e penna ed, esperimenti sui suoni delle chitarre ed i riff per i nuovi brani. Non è tanto difficile immaginare che praticamente ho vissuto in studio, a volte restavo a dormire nel divano anche! Sono un chitarrista che canta, mi piace cantare, da sempre. Sentire il suono che tu produci ed esce da dentro di te è sempre stata per me una cosa magica. Scrivo musica pop ma il sogno è quello di poterla fare con la sensibilità del blues e del jazz. Adoro il suono della chitarra e le sonorità che si possono ottenere mischiando suoni minimali con una buona dose di "groove". Avevo questa idea in testa quando pensavo a “8 Cose”; spero di esserci riuscito!

Che differenze ci sono col tuo primo album del 2011 “Ora puoi uscire”?
Io sono molto autocritico, forse a volte troppo, non so. Però secondo me, la differenza più grande tra il primo ed il secondo album è sicuramente la mia consapevolezza. Ho fatto tanti sbagli agli inizi, uno in particolare, di aver mollato tutto. Difficile ripartire poi. Tutti questi sbagli li ho pagati sulla mia pelle ma mi sono serviti a maturare. Dentro “Ora puoi uscire” c’era tanto istinto e musicalità ma anche tanta insicurezza, ero agli inizi, da solo. Mi sentivo come quando sai che vorresti correre forte ma sei consapevole che la “macchina” non l’hai ancora guidata abbastanza, non la conosci bene e quindi sei frenato dalla tua paura. Era come se mi tenessi da solo il freno a mano tirato per la paura di non sapere se ero in grado o meno di correre. Ora ho fatto molta strada e mi sento molto sicuro...un giorno guiderò una Ferrari ne sono certo! Piaciuta la metafora?? ahahah penso renda bene l’idea!
8 Cose ha dei testi più consapevoli, più vissuti. C’è più chiarezza interiore in me, c’è tanto lavoro su me stesso. Credo si senta la differenza. Comunque, per essere il primo disco, “Ora puoi uscire” rimane un buon disco secondo me; ho sentito di peggio!

Quali sono i tuoi artisti di riferimento?
Ascolto John Mayer, penso da quando ancora nessuno lo conosceva in Italia. Molti notano nella mia musica delle similitudini con Mayer. Il fatto è che secondo me incarna quel mondo musicale, semplice, immediato ed efficace ma suonato con il feeling del blues e del jazz. E’ pop music ma ha un qualcosa di non-pop. Io cerco questo dalla mia musica. Sembra un paradosso però, perchè quel tipo di musica in Italia non va proprio ed io voglio fare quel tipo di musica scrivendo in italiano; un masochista praticamente! In generale ascolto tanta musica d’oltreoceano, tutto ciò che ha a che fare con il soul, funk, blues ed il jazz e con i chitarristi. Ultimamente sono in fissa con Emily King, Rayland Baxter, Jacob Collier e i Lord Huron. Di Italiano i miei riferimenti grossi sono in particolare Pino Daniele, e in maniera fondamentale Nicolò Fabi; ho consumato La cura del tempo e intendo proprio consumato!

Seguirà un tour promozionale?
Quest’estate, appena uscito l’album, ho suonato molto. Ho avuto anche l’onore di aprire ad Antonella Ruggero, al Sun&Sound Festival...bellissima esperienza. Ora, al momento sono fermo, sto riorganizzandomi e preparando nuovi concerti. Presto vi svelerò tutto sulle mie pagine. Vi invito a seguirmi! Anche nel mio canale youtube dove carico spesso dei video live.

Farai un altro disco?
Assolutamente si! Non vedo l’ora di rimettermi a scrivere nuove canzoni. Ho già abbozzato delle idee qua e là, tra pezzi di carta e cose scritte al volo sulle note del telefono. Scrivere per me è diventata ormai una necessità quindi spero presto di avere materiale per mettermi al lavoro ad un nuovo disco e di crescere ancora, come autore, ma anche come chitarrista e come arrangiatore.
E’ il lavoro più bello del mondo, l’artista...
Vi aspetto nelle mie pagine social.

A presto!
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giovedì 9 novembre 2017

Il rock italiano è ancora vivo, intervista alla band LE SOFFITTE DI ANNA



E’ uscito il 16 ottobre 2017, edito da ‘La Clinica Dischi’, l’album d’esordio de ‘Le Soffitte di Anna’ dal titolo‘Buon sangue non mente’.
Il gruppo nasce fra le nebbie della pianura mantovana nel 2013 e vuole rendere omaggio, con la scelta del nome, al coraggio introverso di Anna Frank, con riferimento esplicito al suo nascondiglio. Dopo i tanti concerti in giro per l’Italia e la realizzazione di un Ep autoprodotto, la band inizia a lavorare al primo progetto di lunga durata, un disco scritto a sedici mani in una vecchia cantina in mezzo alla pianura padana. Ora quella cantina è stata demolita, ma le canzoni esistono ancora.
Ogni brano di Buon Sangue Non Mente descrive un’emozione diversa: la gelosia, l’invidia, l’amore, alienazione sociale, la noia, l’uso e l’abuso di alcol e droga vengono raccontati con rabbia, voglia di distruzione, ma anche comprensione.
Le parole di questo disco sgusciano fuori dai denti stretti di chi le ha incise su carta, il loro obiettivo è di perforare il microfono con forza e schiantarsi in faccia a chi hanno davanti.
E’ un disco che si rivolge a tutti, giovani e non più giovani, ricco di riferimenti e citazioni di grandi scrittori (Montale, Ungaretti e Dostoevskij su tutti) che ne hanno fortemente influenzato le liriche.
Abbiamo fatto quattro chiacchiere con la band per conoscerli meglio.

1) Di cosa parlano le vostre canzoni?
Il nostro album nasce da due anni di lavoro fra diverse produzioni e prove che ci hanno portato ad avere un’idea precisa dei suoni e dei testi che avevamo in mente.
Le canzoni dell’album parlano di esperienze vissute in prima persona dai membri del gruppo, dalla rabbia e dal fuoco che si ha dentro quando da giovani si ha l’impressione di poter cambiare il mondo.

2) A quale band vostra collega vi sentite più vicino?
Sicuramente il rock italiano ha influito molto nel nostro percorso musicale, sia nei testi che nella musica.
Tutti e quattro abbiamo più o meno i gusti musicali simili, svariando in generi diversi che spaziano dallo stoner all’elettronica passando per il grunge, anche se indiscutibilmente i gruppi che maggiormente ci hanno influenzato restano i Verdena, i Marlene Kuntz, i Nirvana e i Queens of the Stone Age.

3) Com'è la situazione musicale emergente dalle vostre parti?
Personalmente possiamo ritenerci molto fortunati, in quanto viviamo in una zona musicalmente molto attiva.
Abitando infatti vicino alle province di Mantova, Ferrara, Modena, Bologna, Verona e Padova, abbiamo avuto la possibilità di suonare nei vari locali e circoli Arci della zona, constatando inoltre la presenza di molti gruppi validi che come noi cercano un po’ di considerazione dai giovani d’oggi.

4) E in Italia come vedete la situazione?
In Italia come dalle altre parti ormai il panorama musicale è
Ormai la gavetta non esiste più dal momento in cui i talent-show hanno sovvertito qualsiasi logica nello scenario musicale.
Oggi “ce la fai” solamente partecipando ad un programma televisivo, cantando cover dell’artista più cliccato su iTunes o di quello che la radio ti propina.
I testi non parlano di niente, se non di Facebook, WhatsApp e altre cose che seguono la moda del momento, lasciando nella stragrande maggioranza dei giovani un vuoto dentro che è destinato ad evolversi in un vuoto generazionale.
Il successo e l’apparire sono diventati più importanti del fare musica.
Prima si faceva musica per evadere dalla società, oggi si fa musica per essere sociali.

5) Da dove prendete ispirazione per le vostre canzoni?
Le sonorità e i testi delle canzoni parlano di amori interrotti - storie narrate in prima persona - fra ossessioni e tradimenti, di temi sociali e di lotte alle discriminazioni, lontano dalle banalità e dai luoghi comuni quotidiani.

6) Ci sarà un tour promozionale dell'album?

Momentaneamente stiamo programmando le date di uscita nella zona, per poi ampliare il nostro raggio ad un pubblico possibilmente sempre più vasto su tutto il territorio nazionale.

martedì 7 novembre 2017

Paliki presenta RADIORNOT, il video che anticipa l’album d’esordio



Paliki 
e’ frutto di un’ idea di Mariano Felisio. Tutto inizia dalla penisola dell’isola greca di Cefalonia, chiamata appunto Paliki.
La bellezza, la desolazione, i paesaggio mozzafiato, la potenza e i suoni della natura che caratterizzano l’isola, ispirano Mariano, a tal punto, che decide così di iniziare un nuovo percorso musicale, dopo lo scioglimento della sua precedente band, i Lads Who Lunch
Inizia quindi a registrare i suoni che lo circondano durante il suo soggiorno sull’isola greca..
Cicale e mare, e, con una vecchia radio Grundig degli anni ’70, registra da stazioni radio provenienti da tutto il mondo, suoni, rumori e voci.
Tutto ciò’ verrà inserito nell’album di esordio di Paliki nel quale, Mariano, decide di produrre, suonare e registrare, in autonomia, tutte le tracce di quello che sarà’ il suo album di debutto da solista.
Armato della sua Telecaster, un Mustang Fender bass e una Drum Machine Yamaha RX5, e ispirato da band come TV On The Radio, The Cure, Suicide, Animal Collective, Gang of Four, Prince, prende forma il primo album di Paliki, intitolato RADIORNOT la cui uscita è prevista per i primi mesi del 2018.
Radiornot è anche il singolo e video che anticipa l’uscita dell’album.